24 Aprile 2024
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Autunno in tavola
I cibi della tradizione nei ricordi degli ospiti

07-10-2022 13:36 - Le nostre news
Sapori e profumi autunnali dalle campagne alle cantine

Mundine o badòti? Vincono le caldarroste, a maggioranza schiacciante. Chiacchieriamo, con gli ospiti della Rsa e del Centro diurno Alzheimer, dei prodotti della terra e delle pietanze che erano i protagonisti delle tavole autunnali di un tempo e che, riproposti e ricordati ora, ci fanno apprezzare il gusto della tradizione. E mentre la memoria è sollecitata dai ricordi, che collocano in tempi e spazi passati sapori e profumi, la condivisione dei racconti intreccia un tessuto di socializzazione e comunanza di esperienze conviviali e di vita.
“Con la farina di castagne si fa il castagnaccio, con pinoli e uvette e il rosmarino” dicono Cristina e Chiara “e si può fare anche la polentina, con il latte o solo con l’acqua, oppure le frittelle con la ricotta”- aggiungono Maria Grazia e Maria. Jose, invece, ci descrive con minuzia di particolari la preparazione della polenta, con la farina nuova, “che poi si condiva con il sugo di coniglio o di funghi. E quella che avanzava si friggeva il giorno dopo”. Alla voce polenta corrispondono, nei ricordi degli ospiti, anche “la polenta incatenata, la polenta con lo stoccafisso” e quella tagliata con il filo che ne incideva la forma, rovesciata dal paiolo di cottura su un grande tagliere di legno. Anna, Alberto, Rita, Maddalena, Fiorella, Francesca ci parlano dei frutti che l’autunno ci regala:“i cachi, le mele, qualche grappolo d’uva che si lasciava dalla vendemmia, le noci, le nocciole, i melograni, le sorbole, le zucche e più tardi le arance e i mandarini”. Fiorella, dell’autunno, ricorda i funghi: “pinelli, porcini, gallettini, pioppetti, io ho sempre raccolto solo quelli che conoscevo bene”; e alcune erbette spontanee da cucinare: “castracane, orecchie d’asino, ginestrelli, cicerbede, rosoline”.
E per concludere la nostra breve rassegna gastronomica autunnale, corredata da immagini realizzate dagli ospiti e qualche foto, ci spostiamo nei macelli e nelle cantine. "Ammazzavamo il maiale- chiosa Noemi- era tempo di salsicce, sanguinacci, testa in cassetta”, il tutto annaffiato con vino novello, “di quello buono”- precisa Alberto, perché , come diceva Oscar Wilde, “ ho dei gusti semplicissimi; mi accontento sempre del meglio”.

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